MERCOLEDì 21 AGOSTO 2013
Contestazioni
Dopo anni mi accingo a riscrivere sul mio blog, a causa di certi beoti ho perso interesse a scrivere liberamente, purtroppo questo non è e non credo sarà mai un mondo completamente libero e anche avere un blog anonimo non è sufficiente ad avere un minimo di libertà di espressione, ma questa è un'altra storia…
Volevo altresì parlare di contestazioni, se ne sente parlare parecchio in questi tempi bui, chi contesta perché non gli pagano lo stipendio, chi perché non vuole si aprano nuove discariche, chi perché gli arriva una pallonata in spiaggia, insomma, chi contesta a volte ha ragione e a volte torto, io in genere difficilmente contesto (e quando lo faccio prendo denunce pur avendo ragione, ma è pur sempre la solita altra storia di cui sopra), ma mai avrei creduto di essere contestato io … Però cominciamo dall'inizio, va prima spiegato il contesto storico e culturale, ovvero Italia, Agosto, settimana dopo Ferragosto, Lunedì e Martedì, 2013, piena crisi economica. Sicuramente molti italiani saranno già tornati al lavoro dopo ferie misere e insoddisfacenti, vista la crisi, e quando uno è insoddisfatto è anche stranito.
In soli due giorni ho visto cose che in genere vedo nell'arco di un mese di peregrinazioni stradali, tipo un tir che per punizione voleva incaprettarsi due auto che avevano osato uscire da uno svincolo davanti a lui, tipo gente che sorpassa e si dimentica di rientrare dopo il sorpasso e dopo aver quasi fatto un frontale con me invece di scusarsi mi indica la via per un certo paese, o anche gente a bordo di potenti moto che cerca di sorpassare ignari automobilisti (a destra) che tentano di entrare in una via (a destra) inserendo la freccia con un sostenuto anticipo (200 metri) e che visto il mancato sorpasso contestano civilmente l'ostacolo che si sono trovati avanti…
Avrete capito che c'è un certo grado di nervosismo nell'aria questi giorni, ebbene, in questo contesto storico mi ritrovo in un supermercato che è uno spettacolo per gli occhi, nuovo, enorme, prezzi bassi, un luogo che sarebbe da prendere come punto di riferimento per i ricercatori universitari che conducono studi sui casi umani. Il reparto frutta all'inizio è molto rappresentativo, una bolgia infernale, sembra una boutique durante i saldi, ma anche il resto del supermercato non scherza, una quantità di carrelli parcheggiati in doppia fila o di traverso che sembra di stare nelle via laterali della Tuscolana il sabato pomeriggio. Prendo i miei porci numeri per il banco dell'affettato e quello della carne e attendo, intanto rimiro i vari casi umani che mi passano avanti (come l'anziano che staziona davanti agli scaffali della birra che chiede a tutta voce alla moglie dove possano mai essere gli scaffali della birra). Per prima cosa prendo gli affettati, visto che mi tocca prima rispetto alla carne, poi finito con questi, mi reco, a fatica passando fra innumerevoli casi umani smarriti in questo turbine di luci, cibo ed odori, al banco della carne col mio numero 63 in mano. Arrivo che sono al 61 (boce de colo, come direbbe il buon Carletto Mazzone), attendo il mio turno, vedo la signorina del banco che fa per chiamare il 63 e io alzo la mano, lei pigia il pulsante per passare al 63 ed inizia a servirmi. Dopo pochi secondi che mi sta servendo arriva la collega e fa “Vede, c'è un problema, ehm, c'è una signora che le contesta il fatto che lei non possiede il numero 63”. Me la guardo, se la guarda anche la signorina che mi serviva, tutti e due con una faccia WTF?. “Mi faccia il piacere, gli faccia vedere il suo numeretto…”. Ora, partiamo dal concetto che se sei sicuro che io non abbia il numero 63 è possibile che lo abbia tu il 63, ma se ce l'ho io non puoi averlo tu, quindi da cosa ti viene la convinzione? Mi avvicino alla signora, sulla settantina con marito al seguito e con gesto plateale alla giapponese, con un quarto d'inchino accennato tipo quando si porge un biglietto da visita gli mostro il numeretto “prego”. Lei mi guarda soddisfatta “Va benissimo, grazie”.
Certo che arrivare alla sua età per fare figure di cibo per stercorari con me la deve aver molto gratificata, specialmente gli sguardi eloquenti delle addette al banco che sembravano dire “ma un pacco di cazzi tuoi no?”. Per la prima volta mi sono sentito dire di essere stato contestato, certo, per un numero al banco della carne è ridicolo, ma ora mi sento sempre più un politico, la denuncia ce l'ho, la contestazione pure, con i tempi biblici della giustizia è capace pure che il mio caso venga prescritto (invece che archiviato come lo dovrebbero aver già fatto da oltre un anno) , dopodiché non mi rimane altro che il parlamento, sono a cavallo.
Saluti a tutti! Pubblicato da Debiru (12:57) Commenti 2
|